Lentisco - Ragusa
Nome comune: Lentisco
Nome scientifico: Pistacia lentiscus L.
Famiglia: Anacardiaceae
Origine: Bacino del Mediterraneo
Habitat: Macchia mediterranea, garighe, colline aride e costiere
Nome scientifico: Pistacia lentiscus L.
Famiglia: Anacardiaceae
Origine: Bacino del Mediterraneo
Habitat: Macchia mediterranea, garighe, colline aride e costiere
Posizione: Google Maps
La zona della foce del fiume Irminio era piena di esemplari di lentisco in quanto era una pianta legata alla navigazione e al commercio perché usavano il mastice per sigillare le navi, creando una protezione impermeabile contro l’acqua. Uno di questi esemplari rientra nell’elenco regionale degli Alberi Monumentali grazie al suo portamento, ovvero crescita robusta, forma particolarmente distinta e corteccia di colore rossastro e solcata da fessure. Delle leggende locali narrano come il lentisco era considerato una pianta magica, in quanto proteggeva le terre da calamità naturali, da eventi avversi e allontanava le energie negative.
Il Lentisco, tipico della macchia mediterranea, è un arbusto sempreverde alto fino a 3 metri, raramente arboreo fino a 8 metri, con chioma globosa, rami orizzontali e un intenso odore resinoso. La corteccia è grigia nei rami giovani, bruno-rossastra nel tronco. Le foglie sono alterne, glabre, verde opaco, con margine intero e punta acuta. I fiori maschili sono rosso-bruni, quelli femminili verdi e privi di petali. I frutti sono drupe globose, rosse o nere a maturità, di circa 5 mm, con un solo seme. Cresce spontaneamente in Liguria, Sicilia e Sardegna, ed è specie protetta in Umbria e Molise. La resina, detta mastice di Chio, un tempo era masticata per la salute orale e oggi si usa in pittura e restauro. Citato da Erodoto, Plinio e Galeno per le sue proprietà medicinali, veniva impiegato per curare escoriazioni e infiammazioni.
Il Lentisco, tipico della macchia mediterranea, è un arbusto sempreverde alto fino a 3 metri, raramente arboreo fino a 8 metri, con chioma globosa, rami orizzontali e un intenso odore resinoso. La corteccia è grigia nei rami giovani, bruno-rossastra nel tronco. Le foglie sono alterne, glabre, verde opaco, con margine intero e punta acuta. I fiori maschili sono rosso-bruni, quelli femminili verdi e privi di petali. I frutti sono drupe globose, rosse o nere a maturità, di circa 5 mm, con un solo seme. Cresce spontaneamente in Liguria, Sicilia e Sardegna, ed è specie protetta in Umbria e Molise. La resina, detta mastice di Chio, un tempo era masticata per la salute orale e oggi si usa in pittura e restauro. Citato da Erodoto, Plinio e Galeno per le sue proprietà medicinali, veniva impiegato per curare escoriazioni e infiammazioni.
Collegamenti
Segnalazione
E' possibile effettuare segnalazioni circa la presenza di fattori di stress biotici, abiotici o altri fattori che possono mettere a rischio questo esemplare di albero monumentale. Un team di agronomi e periti agrari si occuperà del problema segnalato.