Nome comune: Lentisco Nome scientifico:Pistacia lentiscus L. Famiglia: Anacardiaceae Origine: Bacino del Mediterraneo Habitat: Macchia mediterranea, garighe, colline aride e costiere
In passato, la zona della foce del fiume Irminio era densa di esemplari di lentisco perché strettamente legati alla navigazione e al commercio: la resina del lentisco, detta mastice di Chio o mastic, veniva usata per sigillare gli scafi delle navi, creando una protezione impermeabile contro l'acqua. Uno di questi esemplari rientra nell'elenco regionale degli Alberi Monumentali grazie al suo portamento, ovvero crescita robusta, forma particolarmente distinta e corteccia di colore rossastro e solcata da fessure. Delle leggende locali narrano come il lentisco era considerato una pianta magica, in quanto proteggeva le terre da calamità naturali, da eventi avversi e allontanava le energie negative.
Il Lentisco, è un arbusto sempreverde alto fino a 3 metri, raramente arboreo fino a 8 metri, con chioma globosa, rami orizzontali e un intenso odore resinoso. La corteccia è grigia nei rami giovani, bruno-rossastra nel tronco. Le foglie sono alterne, glabre, verde opaco, con margine intero e punta acuta. I fiori maschili sono rosso-bruni, quelli femminili verdi e privi di petali. I frutti sono drupe globose, rosse o nere a maturità, di circa 5 mm, con un solo seme. Cresce spontaneamente in Liguria, Sicilia e Sardegna, ed è specie protetta in Umbria e Molise. La resina, detta mastice di Chio, un tempo era masticata per la salute orale e oggi si usa in pittura e restauro. Citato da Erodoto, Plinio e Galeno per le sue proprietà medicinali, veniva impiegato per curare escoriazioni e infiammazioni.